digital detox

Ogni giorno siamo tempestati da notizie inerenti all’intelligenza artificiale, sia in termini entusiastici, per il contributo che potrà dare, ad esempio, nel campo della medicina, della ricerca, dell’agricoltura, che apocalittici, da un punto di vista sociologico, occupazionale, dell’istruzione, della sicurezza etc.

Ebbene, è stupefacente che ci siano imprese che investano controcorrente come Nokia e Mattel che produrranno i Barbie phon, rigorosamente in rosa, a forma di conchiglia ed isolati da tutti i social (fonte Forbes).

Avendo superato le fasi di marketing per entrare in quella della produzione, sarebbe interessante approfondire quanto sia marginale, soprattutto tra i giovani, il digital detox, che, come è intuibile, consiste nel disintossicarsi da smartphone, computer e social media. Sul fatto che faccia bene alla salute non ho dubbi, il tempo libero potrà essere utilizzato per leggere, dormire, creare uno spazio libero dalla tecnologia, limitare ansia e stress, ma la chiave di lettura è capire se il fenomeno sia rilevante o se si investa in un mercato probabilmente in crescita ma di nicchia. Propendo per la seconda opzione, ma se così fosse non tutto è perduto. Sinceramente ho diversi clienti in linea con questa visione ma tutti "avanti" con l’età (spesso quindi è più resistenza al cambiamento o incapacità)… la novità è che lo siano anche i giovani! (un anziano non penso che comprerebbe un telefono rosa a forma di conchiglia…)

È auspicabile che anche nella consulenza finanziaria l’IA possa rispondere efficacemente a una parte delle esigenze dei risparmiatori e dei consulenti lasciando però spazio a chi sentirà l’esigenza di confrontarsi con persone, competenti… con cui interagire!

Franco Landolfi

District Manager di Banca Widiba